3 La frase complessa

Tutta questa dispensa si focalizza sulla frase complessa.

Possiamo definire la frase complessa come quella formata dall’unione di più frasi attraverso diverse strategie sintattiche e che permette una certa gerarchia delle varie frasi.

3.1 Coordinazione, giustapposizione, subordinazione

Se fino a questo momento ci siamo concentrati sulla frase semplice –quella che presenta un predicato verbale e i suoi argomenti– ora possiamo cominciare ad affrontare il vero nucleo del discorso: la frase complessa ed i modi attraverso cui possiamo unire più frasi tra loro.

Due frasi possono essere unite attraverso una coordinazione (paratassi) se si trovano allo stesso livello –vale a dire che possono risultare come frasi a sé:

  1. Luigi insegna geologia e Maria è una cantante.

  2. Misura attentamente la testa del nostro/ bambino e non torcere adesso il suo piede/ impercettibile (Sanguineti 1956, Erotopaegnia 3)

Possiamo distinguere diversi tipi di congiunzioni coordinanti che mettono in relazione due elementi, basandoci sulla qualità di tale coordinazione:

  • avversative: opposizione
    Volevo andare in cajovna ma è chiusa
  • disgiuntive: alternativa
    Preferisci il caffè o una tisana?
  • esplicative: riformulazione di qualcosa già detto
    Il costituente di tempo finito è TP, ovvero Tense Phrase
  • conclusive: introducono l’effetto di una causa o di un motivo
    Il pivovar era chiuso quindi siamo andati a ballare

Le congiunzioni possono a loro volta combinarsi tra loro quando c’è una certa continuità nel rapporto di coordinazione. Così per es. e ma risulta quasi incomprensibile per un parlante nativo, mentre e invece, ma invece, e quindi, ma però risultano comprensibili anche se possono essere condannate dalla norma linguistica e quindi inadatte a registri alti della lingua (è il caso p.es. di ma però, estremamente colloquiale).

Non necessariamente le frasi coordinate sono frasi principali, ma possiamo avere una coordinazione tra strutture di livello secondario ecc:

  1. Hanno sicuramente molti soldi perché Luigi insegna geologia e Maria è una cantante.

Così, “Hanno sicuramente molti soldi” è la frase principale, mentre “perché L.insegna” è una subordinata della principale e “e Maria è una cantante” è la coordinata della subordinata.

Così, ogni subordinata ha una frase reggente, la quale può essere a sua volta una principale o una subordinata, come in:

  1. Hanno sicuramente molti soldi perché hanno comprato una casa che hanno pagato moltissimo.

Qui la frase “che hanno pagato moltissimo” continua il discorso della frase reggente “hanno comprato una casa”. Così la frase reggente non è per forza una principale e in questo esempio abbiamo una principale, una subordinata di 1° grado e una di 2°.

In maniera simile, le costruzioni paratattiche possono essere unite per giustapposizione. In questo caso non vi saranno elementi lessicali ad unirle, bensì segni di punteggiatura:

  1. Piove. Fa freddo.

Tale costrutto sintattico è particolarmente produttivo in letteratura, di cui valga come testimonianza un estratto di un sonetto erotico di Patrizia Valduga, esempio di virtuosismo stilistico:

  1. Vieni, entra e coglimi, saggiami provami…/ comprimimi discioglimi tormentami…/ infiammami programmami rinnovami./ Accelera… rallenta… disorientami. (Valduga 1982)

Bisogna aggiungere che negli studi sintattici il fenomeno della coordinazione è particolarmente dibattuto e presenta diversi approcci per la sua spiegazione. Ai fini di questa dispensa sarà forse utile utilizzare una notazione che presenti un costituente dato dalla testa della congiunzione e i 2 elementi in posizione l’uno di Specificatore, l’altro di Complementatore, che chiameremo con il simbolo della E-commerciale “&”:

Il costituente di congiunzione

Figure 3.1: Il costituente di congiunzione

3.2 La frase principale

All’interno della frase complessa, la proposizione principale è quella di rango più alto, ovvero quella da cui dipendono in maniera diretta o indiretta le subordinate del periodo:

  1. Non siamo andati in cajovna [perché era chiusa].

Se l’esempio precedente ci mostra una frase semplice sintatticamente autonoma, che ha saturato il suo nucleo sintattico, (non siamo andati in cajovna) come proposizione principale, non sempre la principale gode di tale autonomia, dove presenta come argomento una proposizione, ovvero il suo nucleo sintattico non è saturo ma necessita di un’altra frase:

  1. Credo che non andremo in cajovna

In maniera identica tale distinzione può essere fatta per proposizioni secondarie che reggono a loro volta delle subordinate:

    1. Credo [che non andremo in cajovna [perché è chiusa]]
    2. Credo [che stasera non sappiamo [dove andremo]]

3.3 La frase subordinata

Così come abbiamo fatto riferimento agli argomenti della frase semplice, così possiamo riferirci anche alla sintassi della frase complessa, dividendo queste frasi complesse all’interno di categorie che specificano il ruolo argomentale rispetto al nucleo della principale. Così una prima distinzione può essere operata tra:

  • Proposizioni argomentali
    Le proposizioni fanno parte del nucleo della reggente
  • Non argomentali
    Così come i circostanziali, non contribuiscono al nucleo principale ma sono legate alla reggente da relazioni logico-semantiche (tempo, concessione ecc.)
  • Relative
    Modificano un sintagma nominale della reggente

A queste possiamo unire un’altra distinzione tra le proposizioni esplicite –che contengono un verbo di modo finito– e implicite con un verbo di modo indefinito.

Le prossime sezioni della dispensa si focalizzeranno sulla spiegazione dei diversi tipi di proposizione.

References

Sanguineti, Edoardo. 1956. Laborintus. Magenta.

Valduga, P. 1982. Medicamenta. Quaderni Della Fenice. Guanda. https://books.google.cz/books?id=\_Cu3AAAAIAAJ.